LO STORYTELLING

storytelling

L’arte della narrazione ha da sempre costituito una componente fondamentale della natura umana.

Racconti, miti, metafore e leggende sono stati usati come mezzi di comunicazione sin dalla notte dei tempi. Le storie, le favole, i racconti hanno accompagnato l’infanzia di tutti noi. Romanzi, film e fiction televisive rispondono al bisogno di oggi di ascoltare - sempre - nuove narrazioni.
Il raccontare storie era - ed è - un modo per conservare la memoria di fatti accaduti passando di generazione in generazione entrando così a far parte della cultura popolare.

Uno degli scopi principali della narrazione è stato e continua ad essere quello di comunicare informazioni, di consolidare valori culturali, di educare e di assicurare all’ascoltatore quella sensibilità che ne faciliterà l’apprendimento, la crescita e lo sviluppo.

Molti racconti sono assimilabili a metafore della vita: in superficie consentono di rilassarsi attraverso l’attività immaginativa, ma nel profondo stimolano una serie di riflessioni sugli aspetti più complessi dell’esistenza, offrendo un elemento di confronto più semplice e più positivo.

Le storie, inoltre, facilitano il processo di apprendimento degli individui, dei gruppi e delle organizzazioni, in quanto rendono le informazioni più facili da comprendere e da ricordare.

La modalità narrativa consente di riflettere sulle esperienze, di attribuire ad ogni esperienza un suo significato e di favorire il processo maturativo dell’identità personale; essa si configura come strumento per lo sviluppo delle basi emotive e cognitive che sono risorse indispensabili per organizzare un’identità forte.

La narrazione consente una nuova organizzazione delle esperienze e degli apprendimenti ed una modificazione del comportamento.

L’ascolto di storie ci consente - momentaneamente - di uscire dallo stato conscio e completamente vigile ed entrare in uno stato di rilassamento cosciente che molte ricerche hanno dimostrato essere lo stato più proficuo per l’apprendimento. Grazie a questa condizione di rilassamento cosciente siamo più permeabili ai contenuti profondi delle storie e ai “valori” che queste veicolano.

Abbiamo imparato a non disobbedire ascoltando la favola di Cappuccetto Rosso e a diffidare degli estranei ascoltando favole in cui gli orchi divoravano i bambini. Senza dimenticare come molti dei valori cristiani siano - ancora oggi - tramandati e trasmessi attraverso le parabole.

La crescente richiesta di numeri, fatti e dati ha espulso progressivamente l’utilizzo della narrazione dalla formazione. Lentamente, negli ultimi anni, la narrazione sta acquisendo nuovi spazi all’interno sia della formazione che dell’orientamento.

La pedagogia narrativa sottolinea la relazione tra formazione e racconto specificando che “ogni processo formativo è di per sé narrativo”. La relazione narrativa che si instaura tra narratore e ascoltatore genera uno scambio dialogico di negoziazione del proprio sé, fondamentale per qualsiasi percorso di formazione ed empowerment.

Simons ha dimostrato che l’insegnamento assistito dai racconti e dalle analogie concrete consente di migliorare le performance degli studenti. Sembrerebbe che coloro che apprendono materie attraverso la narrazione di racconti abbiano una conoscenza più diretta della materia studiata e un’idea più precisa della relazione tra i concetti.

La metafora è un paragone, un parallelismo tra due termini che sembrano privi di relazione. Nella metafora si identifica un soggetto (il concetto originario, reale), il veicolo (il suo equivalente metaforico), il terreno (ciò che queste due cose hanno in comune) e la tensione (la dissonanza tra le due cose).

Questa relazione tra la realtà e le due entità contrapposte consente alla metafora di far pervenire un messaggio al destinatario. Il linguaggio metaforico consente di ottenere compattezza nel nostro modo di comunicare, consente di vivacizzare il linguaggio stimolando il pensiero e l’immaginazione e, inoltre, permette di chiarire contenuti difficili da esprimere.   

Chi ascolta un messaggio metaforico, un racconto, deve trovare un’analogia con se stesso o con la propria situazione. Solo in questo modo il racconto può essere considerato veramente efficace.

Ma quali caratteristiche deve avere un racconto affinché sia veramente efficace?

Margaret Parkin a questo proposito fornisce alcune indicazioni di carattere generale: «Gli elementi essenziali di una storia efficace sono: i personaggi, la trama, un conflitto, la soluzione del conflitto. [...] se in aggiunta al puro divertimento voi ascoltatori sarete in grado di identificarvi con l’eroe e l’eroina o se i problemi che lui o lei sta affrontando sono simili ai vostri, la vicenda avrà più rilevanza e vi appassionerete molto di più alla trama e a come andrà a finire».

Denning indica che una storia per essere efficace deve essere costruita secondo alcune regole ben precise quali:

  • definire con chiarezza qual è il cambiamento che si desidera realizzare;
  • pensare ad un episodio, una storia che si riferisca ad un cambiamento realmente avvenuto;
  • raccontare la storia dal punto di vista di un personaggio che racchiuda in sé alcune caratteristiche tipiche di chi sta ascoltando;
  • specificare il luogo e il tempo in cui si è svolta la vicenda che si racconta;
  • far si che la storia contenga al suo interno l’idea di cambiamento, oppure cercare di far emergere il tema del cambiamento estrapolandolo dal racconto;
  • nel raccontare la storia, rendere evidente che cosa sarebbe successo senza il cambiamento di idee;
  • spogliare la storia dei dettagli superflui;
  • fare in modo che la storia abbia un lieto fine autentico;
  • legare la storia all’idea innovativa utilizzando frasi come “pensate …” e “immaginate solo cosa sarebbe potuto accadere se …”.

All’interno delle pratiche orientative, in particolare nei setting di gruppo, l’ascolto di storie raccontate da altri consente di ottenere nuovi punti di vista, di ricostruire i significati attribuiti agli eventi, di scongelare (Lewin, 1965) uno stato preesistente e di crearne uno nuovo.

Discutere sui temi centrali delle storie ascoltate e raccontate in gruppo, permette di integrare nuovi elementi alla propria storia personale e di facilitare il processo di costruzione del proprio progetto di carriera.

Lo storytelling diventa uno strumento importante che consente di attivare il confronto e la riflessione sia individuale che di gruppo in relazione ad alcune dimensioni strategiche dell’orientamento.

Raccontare storie può incrementare l’empowerment dei soggetti e potenziare alcune dimensioni strategiche (es.  autoefficacia decisionale).

 

REFERENTE
Andrea Laudadio Andrea Laudadio



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