APPROCCIO DEI PUNTI DI FORZA

APPROCCIO DEI PUNTI DI FORZA

approccio punti di forza

Matteo (25: 14-36) ci racconta la parabola dei talenti. Il padrone premia il servo che ha investito i suoi talenti e punisce colui che “li ha sotterrati” per paura.

Tra i numerosi messaggi presenti all'interno di questa parabola ce ne sono due che dobbiamo ricordare sempre, in particolare nella nostra vita lavorativa: non possiamo ignorare (seppellire!) il nostro talento ma dobbiamo svilupparlo e moltiplicarlo.

La ricchezza e bellezza della nostra vita personale e professionale dipenderà da quanto e come saremo in grado di svelare, valorizzare e moltiplicare i talenti che noi tutti possediamo. Ma come è possibile fare questo?

Verso la fine degli anni '90 alcuni autori, anche prima che Seligman sviluppasse le sue prime riflessioni sulla Psicologia Positiva, avevano sottolineato che l’adozione delle teorie psicodinamiche e la diffusione del DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) avevano avuto un effetto molto profondo sui vari approcci e sulle pratiche proprie delle professioni sociali. Secondo questi autori, il lavoro sociale ha sviluppato gran parte della sua teoria e della sua pratica intorno all’ipotesi che gli utenti diventino tali perché hanno: deficit, problemi, patologie o vizi. In sintesi, l'equazione: utente = difettoso.

Come alternativa, Saleebey suggerisce l’adozione di una prospettiva basata sulle risorse, che rivolga l’attenzione alla resilienza alle avversità, alla realizzazione e allo sviluppo personale attraverso il superamento delle difficoltà del passato, al rafforzamento delle aspettative e delle aspirazioni individuali, nonché all’utilizzo delle doti, delle risorse e delle conoscenze dell’individuo, della famiglia, del gruppo e della comunità.

Da una prospettiva centrata sulla "correzione dei difetti", si passa a un approccio centrato sul potenziamento delle risorse.

Partendo da queste intuizioni, negli ultimi anni è cresciuto il movimento dei professionisti e ricercatori che criticano i modelli deficit-based per sostenere un approccio strengths-based.

L'approccio strengths-based (o dei punti di forza) è molto diverso e in contrasto con l'approccio deficit-based. 

La differenza chiave è lo spostamento del focus dai deficit, limiti, difetti e vincoli ai punti di forza. Un intervento strengths-based si basa su un processo di esplorazione delle risorse e dei punti di forza dei clienti, coinvolgendoli nell'identificare come queste risorse possano aiutarli a risolvere i propri problemi.

Alla base di questo approccio c'è la convinzione che gli individui (singolarmente o in gruppi) posseggano numerose risorse non ancora sfruttate sulle quali potrebbero mobilitare delle energie superando gli ostacoli e le difficoltà della propria vita (Cowger, 1994; DeJong & Miller, 1995).

Mentre in un approccio deficit-based l'intervento si sostanzia in un trattamento finalizzato al miglioramento o alla riduzione del sintomo, nell'approccio strengths-based l'obiettivo è lo sviluppo dell'individuo (o del gruppo) attraverso la scoperta e l'implementazione dei singoli punti di forza con lo scopo di promuovere la salute e la felicità.

L'approccio sta trovando applicazione negli ambiti più disparati.

Dal rafforzamento del rendimento scolastico, prevenzione dei disturbi psicologici, riduzione del consumo di sostanze o riduzione del bullismo.

A fronte delle molte differenze tra le due prospettive esistono alcuni importanti elementi comuni. Nella fase diagnostica/valutativa entrambe hanno a che fare con dimensioni latenti, ossia con aspetti a cui l'individuo non riesce ad accedere direttamente e in modo autonomo. Di conseguenza, entrambi gli approcci hanno in comune l'attività di portare a coscienza dell'individuo parti del proprio Sé, ma mentre una prospettiva lavora sulle dimensioni problematiche l'altra sulle risorse e sulle capacità "nascoste".

L'approccio strengths-based pone l'accento sulla forza del cliente e sulla capacità di autodeterminarsi e ne valorizza la capacità di collaborare all'interno del percorso di aiuto. È rispettoso dell'unicità dell'individuo e delle sue peculiarità e differenze.



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